venerdì 27 dicembre 2013

Twinings Tea



"[..] A margine del rapporto, il Generale Twining invia il seguente messaggio: "Le mie congratulazioni al 49-esimo Bomber Wing per il superlativo lavoro fatto a Venzone nelle giornate del 27 e 28 dicembre [1944]. Prego inviare il mio messaggio a tutti i gruppi che hanno partecipato alla missione. Ottimo lavoro!"
[dall'ultimo bollettino ASSAV]

Bisogna riconoscere che l'obiettivo dei reiterati bombardamenti era sempre stato il viadotto ferroviario e che quindi le bombe cadute sulle case, provocando 18 morti a Pioverno il giorno 27, e 13 morti a Venzone il giorno successivo, possono ben essere considerate "danni collaterali", forse per colpa di qualche "sistema di puntamento Norden" difettoso, forse del semplice fatto di gettarle da così in alto per rischiare di meno con la contraerea. Meno "perdonabili" parrebbero essere i piloti dei due caccia che, qualche settimana dopo, dopo averlo osservato ben bene, decisero di sganciare la loro bomba sul palazzo comunale quattrocentesco, il secondo orgoglio del paese dopo il duomo, distruggendolo completamente. Ma si era all'interno di un'immane tragedia e quei piloti rischiavano quotidianamente la vita: si può quindi ben comprendere, per via dello stress, una momentanea carenza di sensibilità culturale. Una notevole quota dei morti a Venzone furono a carico della famiglia di mia madre: mio nonno Pio (44 anni) mia nonna Rosalia (40 anni, allora incinta) e i loro figli (miei "zii") Clelia (7 anni) ed Elio (1 anno).


Guardando i volti di questi giovani nonni, morti vent'anni prima della mia nascita, mi ritorna in mente il paradosso(*) che ci costituisce: l'occorrenza della mia esistenza è dipesa tanto dalla loro vita quanto dalla loro morte. Di fatto, l'incontro di "quello spermatozoo" con "quell'ovulo" in quel dato momento presuppone meticolosamente larghissima parte del passato, in un cono di eventi correlati che dal momento zero si allarga all'indietro, a dismisura. 





* paradosso che ovviamente riguarda soltanto il pensiero, che svolazza avanti e indietro alla raccolta di elementi dai quali distillare "senso", dimenticandosi che se il passato è "di ferro" forse lo sono anche presente e futuro: certo posso decidere che "stasera si va a cena fuori" ma l'avrò deciso "io"? Quell'io che ad oggettivarlo ben presto si dissolve, essendo evidentemente una funzione del tempo (e quindi, forse, dello stesso nulla)?

giovedì 12 dicembre 2013




 


 

cin cin

domenica 8 dicembre 2013

iir



UNA DISCESA DA FORCA LEDIS



lunedì 2 dicembre 2013

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